Nel mio vagabondare nella rete mi sono imbattuto in un articolo di Caterina Policaro che parla di VUE come alternativa alle presentazioni. Nel post Caterina fà riferimento all’intervento di Davide Mana, che nel suo articolo dice:
Il problema, come ha fatto notare Edward Tufte nel suo fondamentale The Cognitive Style of PowerPoint, PowerPoint non è fatto per insegnare.
È fatto per convincere.PowerPoint è costruito per legare il pubblico ad un binario che va da A a Z passando per B e C e D, ma magari omettendo K e H perché sono imbarazzanti, o difficili da spiegare, o comunque potrebbero danneggiare la vendita.
PowrPoint è uno strumento fatto per vendere le idee – ed in questo senso funziona benissimo per presentare una tesi di laurea (dobbiamo convincere la commissione che abbiamo fatto un buon lavoro) o il riassunto di un lavoro di ricerca ad un congresso (dobbiamo generare consensi e magari scucirci una pubblicazione).
Esplorando nel sito di Davide mi imbatto in questo altro articolo, più recente, in cui pubblicizza un suo manuale per imparare ad usare in modo efficace il programma per le presentazioni. Ecco un’altra citazione:
Così come chiunque abbia fatto un tema in terza media è fermamente convinto di saper scrivere, chiunque abbia una copia di Power Point sul proprio hard disk è convinto di saper fare delle presentazioni eccellenti.
Quindi, il mio corso non andò da nessuna parte.
Naturalmente ho acquistato il libretto e mi appresterò a leggerlo.
Chi mi conosce sa che sono “allergico” alle presentazioni, non mi piace farle, non mi piace scriverle e non mi piace parlare con l’aiuto delle slide. Mi affido a programmi che realizzano mappe mentali, li trovo molto più efficaci e flessibili. Oltre al già citato VUE, programma disponibile per i principali sistemi operativi (Windows, MacOs, Linux), fin’ora mi sono affidato a Freeplane, scaricabile da qui.
Per approfondire Vue ecco, grazie a Maria Grazia Fiore, i link a risorse video e manuali in pdf.
Se proprio proprio mi prudono le dita per una presentazione allora cerco di affidarmi a soluzioni come questa: il risultato è un file html che funziona con tutti i dispositivi
Martina Palazzolo
9 Gennaio 2016 at 17:43Slides l’ho provato (anche se in modo veloce) … l’unica cosa che vorrei capire: il file che genero non è possibile scaricarlo? Devo necessariamente lavorare online e avere a disposizione la rete per vedere il lavoro?
Paolo Mauri • Post Author •
9 Gennaio 2016 at 23:04Si, puoi scaricarlo e salvarlo in locale oppure metterlo nel web. L’unico problema è che le immagini devi metterle poi tu. Nel file html che generi c’è il liml all’immagine che hai caricato su slides.com, quindi è sufficiente sostituire l’indirizzo delle immagini con quello dove si trovano se vuoi vederla of-line.
Per fare il lavoro invece è necessaria la rete.
Martina Palazzolo
10 Gennaio 2016 at 11:05Allora provo a fare come dici … certo, diventa importante conoscere un minimo di HTML …
L’ottica è sempre quella di capire cosa può essere utile ai miei studenti e quali sono gli obiettivi di apprendimento.
La difficoltà principale che trovo è giostrarmi tra una variabilità straordinaria di strumenti e metodologie. Non mi sembra corretto istruire all’uso di uno specifico strumento quale esso sia: una presentazione in Power Point o in Impress o con Slides. Vorrei far capire loro quale è la “struttura” di base (organizzare ed elaborare un concetto o una serie di concetti, metterli in relazione e saperli presentare in modo chiaro a sé stessi, ai compagni, all’insegnante) … o forse è più importante far capire loro questa enorme varietà di strumenti e quali sono le loro somiglianze e differenze?
Paolo Mauri • Post Author •
12 Gennaio 2016 at 12:48Si, devi andare a modificare un file html e quindi saper orientarsi dentro quel linguaggio è importante. Riguardo l’uso di uno strumento piuttosto che un altro, sono d’accordo con te sull’importanza di insegnare quali sono i motivi che mi portano alla creazione di un determinato contenuto. In funzione di quello arriva la scelta dello strumento più adatto. Poi imparare ad usare uno piuttosto che un altro è solo questione di mettersi li e provarci. E più strumenti proviamo meno fatica facciamo ad impararne degli altri. Comunque una discriminante per me fondamentale è la libertà che lo strumento che scegli ti lascia. Se scelgo software libero sono sicuro che tale liberà viene rispettata.
Martina Palazzolo
13 Gennaio 2016 at 09:31E più strumenti impariamo meno fatica facciamo ad impararne altri.
Condivido questa frase al 100%… quindi … stabilito l’obiettivo (per esempio esprimere i concetti e le relazioni tra di essi ai compagni e all’insegnante in modo chiaro) scelgo una volta uno strumento, poi un altro passando dalla presentazione con software differenti, alle mappe, al riassunto scritto con editor di testo ecc.
Per quel che riguarda la libertà … condivido: bene fondamentale, diritto e dovere di tutti.
Andrebbe spiegata e soprattutto sarebbe importante mettere in grado gli studenti di comprenderla: se per loro il software è solo l’interfaccia ma non conoscono il significato di codice sorgente o banalmente non hanno idea di come funzioni lo strumento … rimane solo una bella parola.
Leggendo Stalmann [“Software libero” volume 2].
I proprietari impediscono anche l’educazione.Ho incontrato brillanti studenti di informatica che non avevano mai visto il codice sorgente di un programma di ampie dimensioni. Possono essere bravi a scrivere piccoli programmi, ma non potranno acquisire le diverse capacità necessarie per scriverne di grandi se non possono vedere come hanno fatto gli altri. In ambito intellettuale, è possibile raggiungere altezze maggiori stando sulle spalle di chi ci ha preceduti. Ma in genere ciò non è più consentito nel campo del software – si può stare soltanto sulle spalle dei colleghi della propria azienda.
Credo di aver deviato il discorso … il punto è, a mio modesto parere, che è la cultura di base che necessita di un aggiornamento radicale altrimenti il concetto stesso di libertà perde di significato.
Comunque sì … incominciamo con il diffondere il software libero.
Stemby
20 Gennaio 2016 at 23:12Segnalo anche
http://impress.github.io/impress.js
(la risposta open a Prezi)
Ciao!
maupao • Post Author •
20 Gennaio 2016 at 23:17Grazie, ho dato un’occhiata e la presentazione che è presente sul sito è molto carina. Non ho trovato come utilizzarlo e come scaricarlo. A dire la verità non è che ho cercato molto. Mi sai dare qualche info in più? Grazie!
Stemby
20 Gennaio 2016 at 23:27Prova a dare un’occhiata qui:
https://github.com/impress/impress.js
In realtà il modo più semplice per usarlo è questo:
http://strut.io/
(sempre che nel frattempo non siano usciti nuovi software migliori basati sempre su impress.js, che è “solo” una libreria Javascript)
Vedi anche qui:
https://github.com/impress/impress.js/wiki/Examples-and-demos
Ciao!
Paolo Mauri • Post Author •
20 Gennaio 2016 at 23:35Grazie per le info. http://stru.io è molto simile a http://slides.com
In pratica si tratta di scrivere un file html in cui specificare tutte le azioni richiamando la libreria, esatto?
Stemby
20 Gennaio 2016 at 23:58Sì, esatto, dal punto di vista tecnico-informatico. La differenza sostanziale è che strut.io non intende scimmiottare PowerPoint: le presentazioni sono infatti in stile Prezi (ma anche meglio, perché volendo l’ambiente in cui si naviga, creato da impress.js, è 3D).
Leggevo sopra che con slides.com bisogna intervenire manualmente, se scarichi il file, per correggere i link alle immagini; con strut.io invece il download è una caratteristica fondamentale e l’utente può quindi anche non sapere cosa in effetti avviene dietro le quinte: si lavora con una GUI tramite browser e si scarica con un click. Fine.
Differenze rispetto a Prezi: è basato sugli standard del web (HTML, CSS, Javascript) invece che su Flash; è tutto software libero e gratuito; ambiente 3D. Comunque ti consiglio di cercare qualche presentazione fatta con Prezi: ce ne sono di molto belle, per farti un’idea di quale sia l’impostazione logica e cosa si possa realizzare con questi strumenti.
In genere l’impatto è ottimo: si evita di “leggere” il contenuto delle diapositive (si punta sulle immagini, più che sulle scritte) mentre la spiegazione viene fatta in diretta a voce, risultando quindi molto più interessante per il pubblico (io sono tra quelli che tende ormai ad addormentarsi davanti ad una presentazione fatta con PowerPoint o simili). Unico rischio: mal di mare, se si esagera con le acrobazie 🙂
In realtà non so dirti di più, perché ho solo fatto qualche prova tempo fa, senza avere avuto ancora un’occasione per realizzare qualcosa di concreto per una presentazione reale.
Ciao!
Stemby
21 Gennaio 2016 at 00:22Ah, poi per gli amanti di LaTeX c’è sempre il buon vecchio Beamer:
http://www.lorenzopantieri.net/LaTeX_files/Presentazioni.pdf
È uno strumento che ho usato molte volte in passato, con soddisfazione (il risultato compensa la fatica della realizzazione).
Credo però che in futuro passerò a impress.js; il “paradigma di programmazione” è decisamente convincente, se si è in grado di gestire le difficoltà legate all’avere mano libera praticamente in tutto. Con Beamer si è più o meno obbligati a seguire un’impostazione molto rigida, il che porta a doversi concentrare solo sui contenuti e non sul come impaginarli: a quello pensa LaTeX, e lo fa molto bene.
Ecco, in sintesi si può dire che con Beamer si possono fare bellissime presentazioni senza doversi preoccupare della grafica e quindi è adatto a persone con poca fantasia o poca voglia di occuparsi degli aspetti visuali; è molto difficile ottenere brutti risultati, ma la realizzazione è comunque piuttosto faticosa. Con impress.js serve mooolto più estro artistico, il che può portare a risultati stupefacenti come a delle porcherie immonde.
Ciao!
Martina Palazzolo
21 Gennaio 2016 at 00:25Interessante! Grazie anche da parte mia. Lo provo! Sì, l’effetto mal di mare non è il massimo … provo con qualcosa di semplice e poco movimentato. Bello l’effetto 3D! Proverò anche a scaricarlo e lavorarci offline (causa di forza maggiore).
Ciao