Quanti discorsi riguardo i libri digitali, gli ebook, i servizi on-line e altro ancora si sentono nel mondo della scuola di questi tempi.
Infatti nel campo dell’editoria scolastica sta avvenendo una piccola/grande rivoluzione. Leggendo l’articolo Digitale e cartaceo: una traduzione ancora troppo letterale, ho trovato confermate le idee che mi sto facendo riguardo questo argomento. Utilizzando il mezzo digitale la modalità di approccio deve essere differente. Invece vedo proposte che continuano nella falsariga del passato, con contenitori chiusi in cui inserire contenuti bloccati. Gli ebook di cui tanto si parla seguono ancora la logica del libro di testo: contenuti predisposti e fissi nel tempo. I collegamenti a materiale reperibile on-line non modificano la fissità della logica entro cui sono nati.
Allora ecco che, seguendo il corso di Andreas Formiconi, il Loptis, ho cominciato a riflettere sulle opportunità che un mezzo come il blog può offrire agli insegnanti digitali. Si viene a formare pian piano un libro di testo che contiene tutto ciò che serve e che in più ha la possibilità di far interagire tra loro le persone che approdano alla riva di questo fiume di conoscenza che scorre nel tempo.
Andreas ha poi preparato un indice, che non è solo un puro elenco degli articoli presenti nel blog, ma diventa una chiave di lettura via via differente a seconda dei percorsi che guidano chi legge nella scoperta dell’interessante materiale presente nel laboratorio.
E allora ecco l’idea, subito condivisa con Martina: perchè non provare a fare qualcosa di simile anche per le nostre realtà scolastiche?
Il risultato è questo: il Liblog, a metà strada tra il libro e il blog, laboratorio in continuo divenire che per ora raccoglie il materiale prodotto da Martina, ma che stà pian piano arricchendosi di altro materiale.
Il liblog, una soluzione indipendente, autonoma ma estremamente stimolante e coinvolgente.
Andreas
5 Aprile 2014 at 07:24Sì. Nel corso degli anni in molti mi hanno chiesto: – Ma perché non scrivi un libro?
Ora, premesso che non sono affatto sicuro di avere materiale per scrivere un libro e che comunque non ho questo tipo di ambizioni, sono abbastanza sicuro che il libro sia inappropriato per questo genere di cose, mutevoli e legate ad un’esperienza umana, quale qualsiasi atto didattico è. Ed ho finito col rispondere: – Ma il libro già c’è: è quel blog, dove va dipanandosi una storia, scritta in parte da me ma soprattutto da tanti altri. Perché mai dovrei appropriarmene e congelarlo? Non è come se lo sotterrassi sotto i prossimi 60000 titoli che verranno pubblicati da qui ad un anno, e via e via?
Paolo Mauri • Post Author •
5 Aprile 2014 at 07:59Mi piace la correlazione tra esperienza umana e atto didattico. Da tenere presente.