In questi giorni di emergenza e di lavoro da casa, come faccio da tempo, ho spesso fatto uso e ho cercato di far conoscere gli strumenti offerti dall’associazione Framasoft, in particolare Framatalk (il server Jitsi per fare videoconferenze), Framapad (l’istanza etherpad per scrivere in modo collaborativo) e Framemo (un muro virtuale collaborativo in cui inserire dei post-it).
Adesso che l’emergenza è arrivata anche in Francia mi sono detto: Framasoft sicuramente potenzierà i suoi servizi!
E invece no: dal 16 marzo campeggia un avviso in tutte le pagine che invita gli insegnanti, in modo anche piuttosto perentorio, di non utilizzare i loro servizi perchè “il ministero dell’educazione ha i mezzi, le competenze e la visibilità per creare dei servizi on-line necessari al funzionamento durante il periodo di sospensione“.
Allora vado ad approfondire e mi imbatto in un tweet del corrispondente francese del ministero dell’innovazione che mi rimanda ad una pagina in cui ricorda ai dipendenti pubblici che hanno a disposizione due strumenti utili per il lavoro a distanza:
- una chat dedicata ai dipendenti statali: Tchat basata sul software libero Riot
- una videoconferenza dedicata ai dipendenti statali, basata sul software libero Jitsi
E allora il mio pensiero va a quello che propone il nostro ministero dell’istruzione: una pagina in cui ha raccolto varie idee di soluzioni di didattica a distanza in cui per esempio compaiono i due soliti noti e manca la piattaforma per eccellenza nella formazione a distanza: Moodle
Moodle ha alle spalle una ricchissima comunità, permette di creare e di gestire corsi di tutti i tipi con gli strumenti utili per le attività di didattica a distanza. È utilizzato da molte scuole superiori, da università in Italia e nel mondo. La rivista Bricks ha dedicato un numero intero per raccontare esperienze fatte con Moodle.
Non inserire Moodle, e anche altri servizi liberi utilizzabili nella didattica a distanza, tra le risorse a disposizione delle scuole mi sembra un errore enorme.
Andando a raccattare risorse gratuite prese dalle aziende è un po’ come se lo stato rinunciasse a costruirsi le scuole, le caserme, gli uffici centrali e periferici e invece preferisse utilizzare in comodato tutto in blocco da privati.
L’emergenza di questi giorni ha evidenziato, se ancora ce ne fosse stato bisogno, che l’infrastruttura digitale è fondamentale per la crescita e il progresso di un paese, e non mi sembra una buona idea non dedicarci la progettualità, le risorse e l’impegno necessari senza affidarsi a soluzioni chiavi in mano di aziende ma facendo ricorso a strumenti liberi, per costruire servizi per il cittadino, liberi da logiche commerciali.
Maurizio Marangoni
18 Marzo 2020 at 14:55Grazie Paolo, ottima riflessione, specie il confronto con un paese per certi versi simile al nostro.